Turista 14enne morta per shock anafilattico: chiusa la pizzeria dove ha pranzato con i genitori
La Asl Roma 3 ha disposto la chiusura di ‘I love pizza kebab', la pizzeria al Gianicolense dove lo scorso 17 ottobre ha pranzato la turista inglese di 14 anni deceduta per shock anafilattico. Il locale è chiuso temporaneamente al fine di ripristinare le condizioni igienico – sanitarie, di cui il ristorante è stato trovato carente. Una volta risolte queste criticità, potrà riaprire al pubblico, previa autorizzazione della Asl Roma 3.
Per la morte della ragazza sono indagati i titolari della pizzeria, padre e figlio di origini egiziane. La procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo: l'obiettivo è accertare come sia avvenuta la comunicazione tra la famiglia e i due uomini. Secondo i genitori della 14enne, i gestori erano stati messi al corrente dell'allergia della figlia. Da parte loro i due titolari hanno dichiarato di non essere stati avvertiti dalla famiglia della ragazza, e di aver esposto correttamente gli allergeni dei dolci, che riguardavano appunto lattosio e noci.
"I miei assistiti lavorano per attenersi alle prescrizioni – ha dichiarato a Il Corriere della Sera Fabrizio Petrarchini, legale dei titolari della pizzeria – Dimostreremo che non hanno responsabilità. Il dolce consumato dalla minore era confezionato e gli allergeni esposti dal venditore riguardavano lattosio e noci. Fatto di cui la famiglia inglese era stata avvertita".
La tragedia è avvenuta lo scorso 17 ottobre, ma la notizia è divenuta nota solo questa settimana. La ragazza, di appena 14 anni, era giunta a Roma con i genitori per una vacanza. Hanno pranzato al ristorante ‘I love pizza kebab' e poi sono tornati nel bed and breakfast che avevano affittato per il soggiorno. Poco dopo l'arrivo in camera, la ragazza si è sentita male, mostrando tutti i segni dello shock anafilattico. I genitori hanno allertato immediatamente il 118, ma quando gli operatori sanitari sono arrivati sul posto la ragazza era già in condizioni disperate. È morta poco dopo all'ospedale San Camillo.